Si è tenuto nei giorni scorsi il Cannes Lion International Festival, l’annuale kermesse dedicata alla creatività dove si radunano i creativi migliori al mondo.

Anche quest’edizione non è stata avara di emozioni (tutte le case sono disponibili sul sito dedicato) anche per le dichiarazioni che ci sono state da parte degli ospiti.

In particolare, a fare scalpore sono state le parole di Ted Sarandos, co-CEO di Netflix che ha parlato a proposito di un rumors che negli ambienti dell’entertainment circolava da un po’: l’abbonamento più economico ma con pubblicità.

Come riportato da Engage, le sue parole sono state molto chiare: “Abbiamo lasciato un grande segmento di consumatori fuori dalla nostra offerta, ossia le persone che continuano a pensare che Netflix sia troppo costoso per loro e che non avrebbero problemi a vedere qualche pubblicità mentre usano il servizio. Stiamo dunque per aggiungere un abbonamento con l’advertising per tutti coloro che desiderano un prezzo più basso”.

Fra i partner che si apprestano a investire ci sono Google, The Trade Desk, Comcast/NBCUniversal, FreeWheel, Magnite.

A motivare la scelta di aprirsi all’advertising, i risultati economici degli ultimi mesi, che hanno fatto segnare una riduzione del numero di abbonamenti nonostante una previsione che si assestava sui 2,5 milioni di utenti in più. Un colpo duro per il player dello streaming video, che si avvia a un secondo semestre particolarmente difficile (dove ha già previsto, fra le altre cose, dei licenziamenti).

Innovare significa affrontare il passato e il futuro
Quindi, Netflix sceglie di guardare al domani rivedendo la sua policy nativa: non offrire un servizio premium e “protetto” dall’elemento pubblicitario, ma spostarsi verso una proposta commerciale più variegata per attrarre nuovamente quei consumatori che hanno deciso di lasciare (o che banalmente non hanno mai preso in considerazione) il servizio perché costoso.

Con una soluzione ibrida si allargherà il bacino di pubblico cui puntare, attivando anche una linea di ricavi nuova e potenzialmente molto remunerativa.

Si snaturerà il servizio? Da un certo punto di vista, sì: ma è su questo che bisogna concentrarsi quando si parla di “innovazione”.

Cambiare infatti per innovarsi a volte fa il paio con “rinnovarsi”: significa osservare un contesto che diventa via via più inospitale allo scopo di adattarsi e sopravvivere più a lungo, intervenendo anche su se stessi.

Lo scenario economico attuale è senza dubbio complicato per un servizio “sacrificabile” come Netflix, che dopo la pandemia ha perso progressivamente il suo status di elemento indispensabile nella quotidianità delle persone: eppure, il tentativo di restare un riferimento nelle abitudini del pubblico passa anche dal comprendere come poter andarvi incontro anche in un momento storico come quello in cui viviamo.

L’avvicinarsi a una logica “televisivamente” più generalista, dove gli spot aiutano a sostenere la produzione di nuovi contenuti e la distribuzione, ci fa capire come le modellizzazioni siano ricorsive e spesso innovare coincida proprio al tentativo di riadattare il passato per costruire un futuro più sostenibile.

È un sistema che anche in EWT proviamo ad applicare in ogni progetto. Il sistema più certo di risolvere un progetto con la chiave più giusta.

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